Il tema aquilano

L'aspetto antitemplare del 6 Aprile 




Una possibile chiave di lettura metafisica dell'evento.


Il sisma del 6 Aprile 2009 ha riportato L'Aquila al centro dell'attenzione mediatica. Accanto al clamore per le notizie più o meno tragiche , più o meno positive dei mesi successivi, si è assistito ad una riscoperta in chiave storico-esoterica delle vicende della città , quasi che queste pur presenti da secoli , fossero state in un certo senso cancellate. Tanto che vi è stato chi ha pubblicato un libro dal titolo:  "La Rivelazione dell'Aquila"

Nella rivalutazione del filone iniziatico-misterico che imperversa da anni un po' ovunque , l'ordine templare  occupa un posto di grande rilievo. A parte alcune eccezioni , poste al riparo dell'ombrello romanzesco, la tendenza generale è largamente assolutoria nei confronti dei membri dell'ordine , circa le accuse mosse agli stessi nel famoso processo.

Due episodi si inseriscono in quest'ottica nei giorni immediatamente precedenti l'evento. Vediamoli.

Nella tarda serata del 4 Aprile 2009 va in onda su Rai 2 una interessante puntata di TG2 Dossier dal titolo:

La Sindone e il segreto dei Templari


L'argomento Sindone non è nuovo come tema della rubrica essendo stato trattato poco tempo prima, già alla fine del mese di Marzo (3). In assoluto il primo autore ad accostare il sacro lino alle vicende dell'ordine fu Ian Wilson negli anni settanta:

"Nel 1978 uno storico laureatosi a Oxford, Ian Wilson, aveva ricostruito le peripezie storiche della sindone mettendo in evidenza come il telo, considerato la più importante reliquia della passione di Cristo, fosse stato rubato dalla cappella degli imperatori bizantini durante il tremendo saccheggio consumato durante la quarta crociata nel 1204" (1).

La novità - se di novità si può parlare - è la presa d'atto "ufficiale" dello stretto legame esistente tra l'ordine cavalleresco e la più importante reliquia della cristianità. Tale affermazione segue i risultati di una ricerca condotta da Barbara Frale, le cui conclusioni appaiono il giorno dopo - siamo a Domenica 5 Aprile - sull'Osservatore Romano (1). Il lavoro della Frale, pubblicato da Il Mulino (4) e basato tra l'altro sul riconoscimento di alcune scritte, riceve un'accoglienza non molto entusiasta nella comunità scientifica. Probabilmente pesa un po' il fatto che l'autrice riveste l'incarico di officiale dell'Archivio Segreto Vaticano, oltre al fatto ben più importante che esso propende indubbiamente a favore di una datazione molto più antica di quella medievale, che sarebbe stabilita sulla base dell'esame al radiocarbonio del 1988. Non entro nel merito delle critiche alla validità scientifica del lavoro non avendo alcuna competenza e tutto sommato scarso interesse. Interessante invece è soffermarsi sulla tesi "assolutoria" che la Frale sostiene, avendo già pubblicato altri lavori in merito e leit motiv di grande evidenza in tutta la puntata in questione.

In sostanza , l'"idolo barbuto" che i cavalieri si dice adorassero, fonte di eterna controversia per i destini dell'ordine, altro non era che l'immagine impressa sul lino del corpo del Redentore. Motivo per cui cadrebbe qualunque accusa di eresia rivolta ai membri dell'ordine (2).

Resterebbe l'interrogativo cruciale..Perchè l'avrebbero "custodita" in segreto?

Secondo la Frale:

"Nel corso del Duecento, quando la società cristiana è turbata dalla proliferazione delle eresie che negano la reale umanità di Cristo, l'ordine del Tempio, a causa delle sue molte immunità, rischia di diventare una specie di porto franco per gli eretici di lignaggio cavalleresco che cercano d'intrufolarvisi per mettersi al riparo dalle autorità inquisitoriali...[] Insomma, i templari si procurarono la sindone per scongiurare il rischio che il loro ordine subisse la stessa contaminazione ereticale che stava affliggendo gran parte della società cristiana al loro tempo: era il miglior antidoto contro tutte le eresie" (1).

Da profano due dubbi balzano in mente.

Il primo di natura morale se vogliamo. Se la Sindone sparisce dopo il sacco di Costantinopoli è perchè qualcuno se ne impossessa per motivi che possono apparire più o meno nobili. Sta di fatto che il telo è nella sua disponibilità e vi rimane per linea ereditaria o viene consegnato nelle mani dell'ordine a un certo punto (6).
Coloro che lo ricevono non possono ignorare che quell'oggetto era stato menzionato nell'elenco delle reliquie sparite e l'importanza capitale che in quell'epoca esso rivestiva.

Secondo dubbio. Se l'importanza dell'oggetto veniva riconosciuta nella sua capacità che il solo mostrarlo , ipso facto avrebbe costituito un argine verso l'eresia dilagante che negava la divina umanità del Cristo, come accettare che tutto ciò risultasse un privilegio per pochi , negato al resto della cristianità?

Va ricordato l'immane sforzo in tal senso da parte della corona di Francia, consegnata all'oblio della storia per via della liquidazione dell'ordine.

Non sarà tempo di ristabilire una misura più equa da un lato e meno celebrativa dall'altro?

E con questo restituire la vera storia del lino alla libera intelligenza di ciascuno?

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2014

 La Perdonanza "rotariana"

Da un paio d'anni l'evento di fine Agosto, dedicato a Celestino V, ha per manifesto celebrativo uno strano collage:





E' sicuramente un caso che rosoni e stemmi pontifici si arrichiscano di una cornice a ingranaggi, il tutto come sempre col beneplacito della Curia...




Il fronte templarista d'altra parte continua a mietere successi in campo cattolico, ben oltre le manifestazioni locali. Dopo la clamorosa premiazione di Franco Cardini sul finire del 2013 l'anno corrente ha visto un susseguirsi di iniziative "culturali": Dall'apologia dei Cavalieri Templari a Napoli e Roma , all'apertura di Casa Nathan nella capitale , ai convegni sulla "Chiesa del dialogo" , passando per la celebrazione dei 700 anni dalla morte di De Molay.

E' il momento di puntare ufficialmente alla casella più alta e infatti la richiesta non si fa attendere:

Il Gran Maestro Bisi: "Mi piacerebbe sapere cosa pensa Papa Francesco dei Liberi Muratori"




2011

Qualche breve considerazione a due anni esatti dall' evento che ha segnato duramente il capoluogo abruzzese.Il primo pensiero va agli abitanti , a chi ha perso affetti, a chi fa ancora fatica a tornare ad una vita normale. L'Aquila è ormai diventata sinonimo di polemica , grazie alla lettura preponderante che ne viene offerta sui media. Credo sia profondamante ingiusto e riduttivo quest'utilizzo della tragedia, tanto più a due anni di distanza. Auguro agli abitanti di far prevalere il vero spirito abruzzese e liberarsi da quanti sfruttano l'immagine per fini politici, come set cinematografico ormai logoro. Auguro inoltre ad essi di liberarsi dalla lettura che ne vorrebbe fare una città dall'impronta iniziatica e riscoprire invece l'autentica devozione popolare.




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(1) Barbara Frale : "I Templari e la Sindone" - L'Osservatore Romano - 5 Aprile 2009

(2) Barbara Frale : «I Templari? Adoravano la Sindone» - Il Messaggero - 7 Agosto 2009

(3) "La Sacra Sindone" di Laura Gialli - Tg2 Dossier 27/3/2010

(4) Barbara Frale: "I Templari e la sindone di Cristo" - Il Mulino - 2009

(5) Alessandro Piana : "Gli anni perduti della Sindone"

(6) La sindone di Torino - L'oggetto impossibile", di André Cherpillod