lunedì 20 settembre 2010

Celestino V

Due parole su Celestino V al secolo Pietro Angeleri  detto Pietro da Morrone (1209? -1296). Il crescente interesse per L'Aquila, a seguito del sisma, ha riportato in auge la sua figura , alimentando dibattiti e rinfocolando la tendenza mai sopita a un utilizzo piuttosto strumentale della stessa. Per inserire Celestino nel contesto di una possibile interpretazione metafisica degli eventi , occorre ancora una volta ripartire dal momento cardine , da quel 6 Aprile 2009 , che ha rappresentato un momento rivelatorio per quanto doloroso in merito a diverse faccende. La nuda cronaca del giorno recita :

11:16       "Sotto le macerie teca con spoglie di Celestino V".

"La volta della basilica di Santa Maria di Collemaggio all'Aquila è crollata nel punto in cui si trova la teca che custodisce le spoglie di papa Celestino V, rimasta quindi sotto un cumulo di macerie. La reliquia del "papa del gran rifiuto" si salvò nel terremoto del 1703, quando venne giù il soffitto dell'edificio costruito nel 1287. Il sisma di lunedì scorso ha fatto precipitare la volta della chiesa romanica" (1).

Dunque la volta di S.Maria, crolla nel punto dove si trova la teca , ma Celestino come nel 1703 "è salvo". Che sia "salvo" per la Chiesa pare un fatto acquisito, dal momento che è canonizzato e la sua festa liturgica si celebra il 19 di Maggio. Ciò nondimeno la sua vicenda viene ancora oggi utilizzata facilmente in chiave anti-Petrina, cioè anti Romana. La stessa Perdonanza Celestiniana nei secoli non è stata esente per  molti versi da questa tendenza.

L'Aquila doveva essere contrapposta per forza sul piano spirituale a Roma , com'era secondo i più nell'ideale di Federico II e com'è ancora secondo la convinzione di molti. E Celestino deve a sua volta rientrare nello schema. Ma proseguiamo.

A Luglio , Benedetto XVI si reca in visita pastorale a Sulmona e in quell'occasione "riabilita" Celestino V in occasione degli 800 anni dalla nascita.  Sui media compare da subito la consueta lettura pauperista:

"Oggi la Chiesa cerca di dare una chiave di lettura diversa, giustificando in parte l'operato di Bonifacio VII, quello che resta da considerare è che Celestino V, scelse una vita semplice e umile, scelse Dio e non mammona".(2)

Fin qui nulla di strano. Ma a seguito del discorso del Santo Padre , Franco Cardini , medievalista di area cattolica, con una nota , pur ribadendo la stima per il pontefice , prende le distanze è afferma testualmente:
"Ratzinger sbaglia, su celestino aveva ragione Dante" (3)

«Benedetto XVI fa il suo lavoro. E’ legittimo che nella missione di pontefice utilizzi vicende passate per attualizzare precetti, però è antistorico estrapolare dal loro contesto figure o eventi travisandoli davanti a persone che non ne sanno nulla. In Abruzzo è una gloria locale, ma nella storia ecclesiastica ha più ombre che luci (3).

La difesa di Celestino giunge attraverso un appassionato articolo su Terre Marsicane a cura del prof.
Antonio Grano che con toni abbastanza accesi si rivolge in prima persona a Cardini:

"Lei afferma che Dante lo ha condannato, ma Dante, non lo ha mai condannato (non-lo-ha-mai-condannato). Si tratta di uno fra i più ignobili delitti consumati ai danni di Celestino V, della Verità (e di Dante!). Le chiedo: può esibire un solo documento storicamente attendibile, che avalli questa ormai tediosa e uggiosa malevolenza?(4)

Secondo Cardini , l'antipatia dantesca verso Celestino sarebbe motivata dal fatto che la sua debolezza finì per condizionarlo nelle scelte , segnatamente favorendo quelle di parte angioina e l'infausta alleanza trono-altare:

"Quindi fa bene Dante a confinarlo all’Inferno?" - chiede Galeazzi della Stampa -

«L’antipatia di Dante non era infondata. Nel suo linguaggio "viltà" esprime soprattutto una bassa estrazione sociale, però i motivi storici per attaccare Celestino V non gli mancavano: come primo atto da Pontefice creò sette cardinali filo-Angioini, però malgrado l’insana alleanza trono-altare si accorse presto di essere isolato e incapace di governare la Chiesa. Insomma fu un vaso di coccio tra vasi di ferro e giustamente si ritirò dopo che anche la sinistra francescana spirituale e ribelle di Jacopone da Todi gli aveva voltato le spalle. Capì che per governare la Chiesa non serviva un sant’uomo e lasciò il soglio all’avveduto e solido Bonifacio VIII che, malgrado le leggende nere, non ebbe alcun bisogno di farlo avvelenare visto che aveva 85 anni e morì poco tempo dopo».

"Eppure per Benedetto XVI rappresenta un valido modello di santità.."
«La storia parla chiaro. Tra interessi contrastanti e pressioni dei re Angioini di Napoli legati alla corona francese, il molisano Celestino V fu eletto in conclave a Perugia, si fece incoronare all’Aquila (dove aveva fondato un ordine religioso poi sciolto) proprio per riposizionare la Chiesa sotto l’asfissiante controllo napoletano-francese. Anche l’indulgenza plenaria (la perdonanza) aveva l’intento, più politico che morale, di avversare la corte pontificia. Dunque è pericoloso riabilitarlo. Tanto più che, come oltraggio a Roma, Celestino V fu canonizzato ad Avignone dal papa-burattino francese Clemente V per volontà di Filippo IV, il re di Francia che aveva azzerato i Templari e arrestato Bonifacio VIII. Papa Ratzinger è un fine intellettuale e doveva riflettere di più prima di esaltare la memoria di Celestino V, suo debole predecessore. Fu ostaggio di giochi dinastici e gravemente inadeguato al compito».

Insomma pare proprio che Celestino rappresenti ancora un nervo scoperto, ma cosa strana entrambi gli autori si premurano di salvare Dante , il primo sostenendo la validità delle accuse mosse dal "ghibellin fuggiasco", il secondo negando che questi le abbia mai formulate. Altre vicende rimangono sullo sfondo, non finiscono nei
dibattiti perchè sostanzialmente sono tutti d'accordo. Viene da chiedersi perchè tutto cio? Ci sono personaggi o categorie di personaggi di cui si può dire "peste e corna" ed altri che sono invece intoccabili? Dante e i Templari sono per caso tra questi?

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Note:

(1) Repubblica on line , diretta 6 Aprile 2009

(2) Celestino V : Una Chiesa povera - Rainews24 

(3) “Ratzinger sbaglia, su Celestino aveva ragione Dante” - La Stampa 5 Luglio 2010

(4) "Chi ha paura di Celestino V" - A. Grano - Terre Marsicane , 15 Luglio 2010

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